FERRUCCIO BUSONI 100

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FERRUCCIO BUSONI 100

Attenzione il concerto previsto il 17 novembre verrà realizzato domenica 8 dicembre alle ore 11 alla Sala Luttazzi

A cent’anni dalla morte: Omaggio a Ferruccio Busoni

Trieste sentirà il richiamo della grande musica, si arricchirà esplorando le opere del ragazzo che ha saputo conquistare il mondo? La risposta agli eventi Busoni 100 nel centenario dalla scomparsa di Ferruccio Busoni (1966-1924). Trieste, che egli considerava anche la sua città perché cresciuto nella casa dei nonni materni, gli dedica una serie di incontri ideati dal pianista Giovanni Bellucci, voluti e promossi dall’Associazione Internazionale dell’Operetta dell’FVG grazie al supporto della Regione Friuli Venezia Giulia. Partner del progetto sono il Comune di Trieste, il Conservatorio di Musica Giuseppe Tartini, la Nuova Orchestra da Camera “Ferruccio Busoni”, l’ERAPLE e l’AFIM.

Una serie di concerti, ma anche una conversazione/convegno con il coinvolgimento di artisti, musicologi, appassionati che si daranno appuntamento a partire dal 27 ottobre alle ore 11, con il primo concerto presso la Sala Luttazzi nell’ambito delle Mattinate musicali* in collaborazione con La nuova orchestra da Camera “Ferruccio Busoni” diretta da Massimo Belli. Il convegno si svolgerà il 28 ottobre a partire dalle ore 15, al Conservatorio “Giuseppe Tartini”. Intitolato “Ferruccio Busoni, una vita da Faust” vedrà la partecipazione di ospiti d’eccezione tra cui Claudio Strinati, Vincenzo De Caro, Chiara Bertoglio e, dall’America, la testimonianza di Erinn Knyt; ci saranno inoltre Stefano Bianchi, Conservatore del Museo Teatrale Carlo Schmidl, (il convegno rientra nei Lunedì dello Schmidl, eccezionalmente al Conservatorio Tartini), Massimo Belli, la cui Orchestra da Camera si fregia del nome di Busoni, e Margherita Canale, storica della musica e consigliere dell’Associazione dell’Operetta. Ci saranno i saluti dei direttori dei Conservatori che aderiscono al progetto da Trieste, Udine e anche dal Centro Studi Busoni di Empoli. In “scena” anche le novità con il lavoro svolto da Silvano Salvadori.

Il 30 ottobre Giovanni Bellucci al pianoforte sarà a Frosinone, ma tornerà in regione a novembre con altri recitals a Udine il 15 alle ore 18 al Conservatorio Tomadini, ancora Trieste il 17 novembre alle ore 18 nella Sala Luttazzi e poi Berlino il 22 alle ore 18 grazie alla collaborazione con l’ERAPLE e l’Istituto Italiano di Cultura.

Ma che cosa rappresenta oggi la figura di Busoni? Sergio Sablich (Bolzano 1951 – Firenze 2005), musicologo, critico musicale e docente di Storia della musica, di genitori di Fiume, che ha rappresentato una delle voci più appassionate e autorevoli della cultura italiana degli ultimi decenni, così descrive Ferruccio Busoni: “Sommo pianista, trascrittore geniale, straordinario didatta, pensatore acutissimo, compositore versatile e fecondo, Busoni appare oggi il capofila di quella schiera di inattuali che in vita ottennero un riconoscimento soltanto parziale, ma che pure ebbero un grandissimo peso nella musica e nella cultura del loro (e del nostro…, ndr) tempo. Uomo e artista di frontiera, italiano di nascita e tedesco di adozione, esecutore e creatore, cultore appassionato della tradizione e tenace assertore del nuovo, Busoni sembrò già in vita figura inafferrabile e problematica, senza un’identità ben definita. E tuttavia la sua presenza storica è imprescindibile per chi voglia rendersi conto per così dire dall’interno di una carriera esemplare e sotto alcuni aspetti quasi tragica, dei problemi e delle tensioni che hanno caratterizzato la musica occidentale a cavallo tra Ottocento e Novecento”.

Il pensiero di Sablich, ci viene restituito dall’appassionata proposta di Giovanni Bellucci, pianista e compositore che ha ideato con l’Associazione Internazionale dell’Operetta dell’FVG questo interessante percorso. “Nel progetto dedicato alla figura di Ferruccio Busoni per il centenario della morte (1924-2024), – spiega Giovanni Bellucci, direttore artistico del progetto – figureranno opere per pianoforte solo e per pianoforte e orchestra che l’Artista compose, trascrisse e eseguì in pubblico. Avrò l’onore e il piacere di condividere con Massimo Belli e l’Orchestra Busoni il repertorio eseguito da Busoni a Berlino tra gli anni 1898 e 1919 (Chopin, Concerto n.1 op.11 e Bach, Concerto n.1 BWV1052, quest’ultimo nella versione revisionata e adattata secondo i canoni delle grandi trascrizioni busoniane estratte dal repertorio organistico). Nel recital pianistico affronterò il Busoni compositore, proporrò una selezione di elegie e sonatine contenenti materiali musicali tratti dalle principali opere teatral-musicali di Busoni (Turandot e Doktor Faust), messe in parallelo con il repertorio lisztiano eseguito dal grande pianista a Berlino e a Milano nei primi anni del Novecento (Sonata in si minore, Fantasia quasi sonata ‘Après une lecture de Dante’, Parafrasi sul Rigoletto)”. Ma che cosa è importante cogliere di Ferruccio Busoni, questo autore del nostro tempo? “Più che un interprete, Busoni è un creatore – continua Bellucci -. Così lo definisce Alfredo Casella, quando nel 1921 sulla rivista ‘Il pianoforte’ pubblica un breve ma entusiastico saggio sul collega Ferruccio Busoni, riconosciuto già in vita come uno dei pianisti e compositori più importanti del suo tempo. Ma non solo: instancabile sperimentatore, fu un intellettuale e teorico di primissimo livello, figura di riferimento nel primo dopoguerra tra la cultura musicale italiana e tedesca”. Scrive di lui Piero Rattalino. “Busoni non si impegnò in una esposizione teoretica e sistematica delle sue idee. Era un uomo d’azione, non un filosofo, un uomo d’azione che affrontava e risolveva i problemi nel modo per lui più funzionale e che solo rispondendo a domande che venivano sollevate da giornalisti e da critici cercava di superare il suo soggettivismo. Ciò malgrado, non di rado si trovano nei suoi brevi scritti delle intuizioni teoretiche folgoranti. Busoni, dicevo, non era un filosofo, ma la sua mente scopriva nella realtà le pieghe più nascoste”.

*I biglietti per il concerto del 27 ottobre si potranno acquistare in loco prima dell’inizio dell’evento come da prassi delle Mattinate musicali dell’Orchestra Busoni.

Ferruccio Busoni

Nacque da madre triestina, Anna Weiss, per metà bavarese, pianista di professione, e da padre empolese, Ferdinando Busoni, clarinettista. Figlio unico, fu spesso al seguito dei genitori nei loro viaggi. Crebbe a Trieste; introdotto allo studio della musica sin da bambino, Busoni debuttò nel capoluogo giuliano come pianista a sette anni e, pochi anni dopo, era già diventato compositore e improvvisatore a Vienna. Nel 1878, a soli 12 anni, scrisse un concerto per pianoforte e archi. Dopo aver frequentato composizione a Graz per 15 mesi ed essersi diplomato nel 1882, fu a Lipsia nel 1886 e nel 1888 ad Helsinki, dove tenne la classe di pianoforte ed ebbe Sibelius fra i suoi allievi. A Helsinki Busoni conobbe la sua futura moglie, Gerda Sjöstrand, figlia dello scultore svedese Carl Eneas Sjöstrand, che sposò a Mosca nello stesso anno e dalla quale ebbe due figli, Rafaello e Benvenuto. A Mosca e a Boston seguirono altre sue attività didattiche e concertistiche. Nel 1894 si stabilì definitivamente a Berlino. All’inizio della Prima guerra mondiale era direttore del Conservatorio Giovanni Battista Martini di Bologna, città dove ebbe come allievo, tra gli altri, Guido Agosti; ma, per la disorganizzazione totale che riscontrava e per l’arretratezza culturale del clima, scelse di trasferirsi a Zurigo. Al termine del conflitto Busoni fu a lungo incerto sul suo rientro a Berlino, anche a causa della situazione politica che andava delineandosi. Rientrò nel settembre del 1920 e riprese a comporre (la toccata, il valzer danzato, le scene della duchessa di Parma per il Doktor Faust) e intraprese delle tournée all’estero: Londra e Roma. Fino alla morte risiedette a Berlino, in Viktoria-Luise-Platz 11, dove una targa commemorativa lo ricorda come Musiker, Denker, Lehrer (musicista, pensatore, insegnante). Busoni morì per una malattia renale nel 1924; la sua tomba si trova nel cimitero di Friedenau a Berlino.

Giovanni Bellucci

Più volte insignito del premio discografico “Editor’s choice” di Gramophone, per la rivista britannica Giovanni Bellucci “è un artista destinato a continuare la grande tradizione italiana, storicamente rappresentata da Busoni, Zecchi, Michelangeli, Ciani, Pollini”. “Non esistono dieci pianisti come lui al mondo: egli ci riporta all’età d’oro del pianoforte”. Così il quotidiano Le Monde sottolinea la vittoria di Bellucci alla World Piano Masters Competition di Monte-Carlo, giunta al culmine di una lunghissima serie di affermazioni nei concorsi internazionali: Regina Elisabetta di Bruxelles, Primavera di Praga, Casella di Napoli, Claude Kahn di Parigi, Busoni di Bolzano. “Premio Ferenc Liszt alla carriera”, Bellucci è stato inserito dal magazine Diapason nella Top Ten degli interpreti ideali del compositore ungherese. La ristrettissima selezione lo accosta a Martha Argerich, Arrau, Brendel, Ciccolini, Cziffra, Kempff, Zimerman. Si è esibito per i più celebri auditorium, teatri di tradizione, orchestre e festival: Hollywood Bowl, cui deve il suo debutto americano di fronte a 18.000 spettatori, Los Angeles Philharmonic Orchestra, Golden Hall del Musikverein di Vienna, Performing Arts Society di Washington, Russian Philharmonic Orchestra di Mosca, Sydney Opera House, Herkulessaal di Monaco di Baviera, Konzerthaus di Berlino, Palais Princier di Monte-Carlo, Teatro alla Scala di Milano, Teatro La Fenice di Venezia, Teatro Massimo di Palermo, Orchestra Sinfonica dell’Accademia Nazionale di S. Cecilia, Beethovenfest di Bonn, Wagner Festival di Ginevra, Prague Spring Festival, Festival di Newport (U.S.A.), Bath Music Festival (Inghilterra), Festival Pianistico di Brescia e Bergamo, Ravello Festival, Festival di Yokohama (Giappone), Festival de La Roque d’Anthéron, Chorégies d’Orange, Festival Chopin a Nohant, Radio France et Montpellier, Dias da Musica e Beethoven Festival di Lisbona, e per le più prestigiose sale da concerto parigine (Théâtre des Champs-Elysées, Cité de la Musique, Salle Pleyel, Auditorium du Louvre, Salle Gaveau, Théâtre du Châtelet). Tra le sue incisioni discografiche sono da segnalare: la Sinfonia Fantastica di Berlioz/Liszt (Decca), le parafrasi di Liszt su opere di Verdi e Bellini (Warner Classics), il Primo Concerto e il Totentanz di Liszt (Accord/Universal France), i Tre Concerti per pianoforte e orchestra da camera di Alkan (Piano Classics), le 32 Sonate di Beethoven e le 9 Sinfonie di Beethoven/Liszt (Brilliant Classics) e i 5 concerti di Beethoven (Calliope) con cadenze solistiche composte da Beethoven, Liszt, Brahms, Busoni, Fauré, Reinecke, Stavenhagen, Gould e da Bellucci.