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Il Premio Internazionale dell’Operetta 2007
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Il Premio Internazionale dell’Operetta 2009
Dicembre 13, 2012

Il Premio Internazionale dell’Operetta a Alfred Eschwé

Il Consiglio Direttivo dell’Associazione Internazionale dell’Operetta, presieduto da Claudio Grizon e composto da Danilo Soli (presidente onorario), Andrea De Col (vicepresidente vicario), Stefano Curti (vicepresidente), Livia Amabilino Bobbio, Umberto Bosazzi, Giorgio Cesare, Paolo de Gavardo, Romolo Gessi, Raul Lovisoni, Piero Srebernik, Bruno Sulli, Roberta Vlahov e Giuseppe Zudini (consiglieri), costituitosi in commissione giudicatrice, dopo aver consultato noti esperti del teatro musicale, ha deciso all’unanimità di assegnare il Premio Internazionale dell’Operetta 2007 al direttore d’orchestra austriaco Alfred Eschwé, quale protagonista del festival triestino organizzato dalla Fondazione del Teatro Verdi e ormai prossimo a tagliare il traguardo delle quaranta esibizioni consecutive.

La presenza di Eschwé sul podio è stata infatti in questi anni un significativo punto di riferimento per il festival dal punto di vista musicale, al di là di ogni considerazione e di ogni giudizio sugli altri elementi dello spettacolo, e basta ricordare i titoli delle operette per dimostrarlo. Si tratta di “Boccaccio” di Franz von Suppé, il geniale figlio di Spalato, con cui debuttò nel 1991, di “Parata di primavera” di Robert Stolz, “Sogno di un valzer” di Oscar Straus, “La ballerina Fanny Elssler” di Johann Strauss, “Scugnizza” di Mario Costa, “Zingaro Barone” di Johann Strauss, “Paganini” di Franz Lehár, “Contessa Mariza” di Imre Kálmán, “La bella Galatea” pure di Franz von Suppé e “Il paese del sorriso” di Franz Lehár, nonché gala sempre di Suppè e di Strauss. Come si vede una presenza veramente eccezionale, che ha ben pochi precedenti, se non in Cesare Gallino. E proprio fu durante la consegna di questo stesso premio al novantenne maestro Gallino nel 1994 durante un concerto dedicato a Strauss che l’Associazione dell’Operetta fece il primo incontro con Alfred  Eschwé, a cui consegnò una medaglia ricordo. Facile fu allora la battuta, visti i 90 anni di Gallino, “Lei, maestro Eschwé, può prenotarsi per il 2039”. Ora siamo lieti di esserci sbagliati poiché Alfred Eschwé riceve il premio senza aver ancora raggiunto i sessant’anni.

E’ nato infatti nel 1949 a Vienna, dove ha frequentato il Conservatorio e l’Accademia musicale diplomandosi in direzione d’orchestra. Dopo numerose scritture in Austria si è trasferito per sette anni in Germania. Nel 1989 è stato chiamato da Eberhard Wächter alla Wiener Volksoper, dove ha diretto un vasto repertorio di opere e operette. Sono da ricordare le collaborazioni con Kupfer, Skovhus e la Pieczonka in “Onegin”, con la Silja in “Angelo di fuoco” e in “Caso Makropulos” e con Slabbert in “Falstaff”. Con “Flauto magico” il maestro Eschwé ha debuttato nell’ottobre 2003 alla Wiener Staatsoper, dove è tornato nel 2005 per alcune recite di “Elisir d’amore” con Anna Netrebko, Rolando Villazòn e Leo Nucci nei ruoli principali: un autentico trio d’assi con il quale ha dato vita a un sensazionale Dvd quanto mai ricercato. Un altro Dvd, “Il conte di Lussemburgo”, l’ha registrato invece con Bo Skovhus. Dal 2000 ha iniziato la collaborazione con la Staatsoper di Amburgo dove ha diretto in qualità di principale direttore ospite “Carmen”, “Elisir d’amore”, “Pipistrello”, “L’amore delle tre melarance”, “Così fan tutte” e “Zar und Zimmerman”, oltre a numerosi concerti. Nell’aprile 2006 ha debuttato all’Unter den Linden di Berlino con la “Norma” di Bellini. Molto apprezzato è anche in Italia, dove ha diretto, oltre a Trieste, al Regio di Torino (“Pipistrello”), al Bellini di Catania (“Principessa della Csardas”), al Massimo di Palermo (“Orfeo all’Inferno”) e al Filarmonico di Verona, dove ha eseguito la Quarta Sinfonia di Mahler. Non si contano le orchestre prestigiose che l’hanno avuto sul podio: citeremo l’Accademia di Santa Cecilia, la Symphonieorchester di Vienna, i Wiener Symphoniker, i NÖ. Tonkünstler, l’Orf Symphonie, la Philharmonique des Pays de la Loire, la Filarmonia di Bratislava e il Mozarteum di Salisburgo.

Ma certo in molte parti del mondo Alfred Eschwé, quasi uno Strauss redivivo perché gli assomiglia molto anche se ora lascia che i capelli si inargentino, è conosciuto soprattutto per aver guidato la Wiener Johann Strauss Orchestra in numerose acclamate tournée non soltanto in Italia e Germania, ma anche in Spagna, Svizzera, Stati Uniti, Giappone e Corea. Va detto infine che Eschwé ha costituito con la sorella Elisabeth il “Wiener Klavierduo” che si dedica soprattutto al repertorio pianistico a quattro mani, con frequenti tournée in Austria e all’estero. Un direttore, dunque, impegnato a tutto campo, ma con una sensibilità particolare proprio per l’operetta, genere che nella sua Vienna, malgrado tutto, gode ancora di grande favore e che qui in Italia sembra procedere a basso voltaggio. Premiare Alfred  Eschwé vuol dire anche questo, avere a Vienna un grande alleato nella tenace, caparbia difesa di Trieste operetta.