PREMIO INTERNAZIONALE DELL’OPERETTA trentatresima edizione
ad Armando Ariostini
Oggi che il Festival dell’Operetta a Trieste riparte, pur se con un’impronta diversa rispetto al passato, è importante ricordare quelli che furono i grandi protagonisti degli ultimi anni d’oro della città, indimenticabile capitale della piccola lirica in Italia e nel mondo, di cui Armando Ariostini è ascritto negli albi d’oro della città.
E’ stato uno degli interpreti più gettonati del Festival Internazionale dell’Operetta di Trieste. Dagli anni Ottanta, la sua presenza è stata scandita nei titoli e nei ruoli più amati della piccola lirica. Una foto racconta del suo Edvino ne La Principessa della csardas di Kálmán, accanto a Jadranka Jovanović.
Ariostini è stato Danilo nella Vedova allegra di Lehár, suo cavallo di battaglia, che interpretò negli anni e nei teatri italiani accanto a soprani straordinari come Raina Kabaivanska, Daniela Mazzucato, Luciana Serra, Amarilli Nizza e Katia Ricciarelli, fu diretto da Gianandrea Gavazzeni e Daniel Oren, con registi del calibro di Mauro Bolognini, Gino Landi e Filippo Crivelli.
E’ stato Eisenstein ne Il Pipistrello di Strauss, Giove nell’Orfeo all’Inferno, Choufleury in Monsieur Choufleury e Conte Oscar in Barbablù di Offenbach, Boccaccio nel Boccaccio di Suppè, e ancora Cunlight in Vittoria e il suo Ussaro di Paul Abraham, Carnero nello Zingaro barone e il primo Ministro in Sangue viennese di Strauss, Matamor ne Le Croquefer di Offenbach, attraversando così tutti i generi della piccola lirica, dall’operetta francese a quella dell’epoca dorata viennese di Strauss fino ai brillanti titoli dell’epoca d’argento di Lehár, Kálmán e Abraham.
Nato a Milano, ha iniziato gli studi con Lia Guarini, proseguendoli poi come “cadetto” alla “Scuola di perfezionamento per Artisti Lirici del Teatro alla Scala” sotto la guida dei Maestri Edoardo Muller, Giulietta Simionato e Gina Cigna. In questo periodo è stato finalista e vincitore di numerosi concorsi internazionali tra cui “Voci Verdiane” a Busseto, “Maria Callas” indetto dalla RAI, “Laboratorio Lirico” di Alessandria e “Achille Peri” a Reggio Emilia.
Nel 1984 ha affrontato il ruolo di Einstein nel Pipistrello al Teatro La Fenice di Venezia, dove è tornato, in seguito al grande successo, in numerose altre produzioni, tra queste La Bohéme col ruolo di Marcello, Crispino e la Comare (Fabrizio), La Vedova allegra (Danilo) e i Carmina Burana, con la realizzazione del CD in favore della ricostruzione del Teatro.
Spaziando dal repertorio classico-operistico a quello operettistico e moderno, passando con elasticità dai ruoli buffi a quelli drammatici, grazie anche alle spiccate doti di cantante-attore che lo caratterizzano, Armando Ariostini è stato invitato in importanti teatri e festival del mondo e ha lavorato con direttori, registi e cantanti di fama internazionale. Al Teatro alla Scala nella Carmen e Viaggio a Reims con la direzione di Claudio Abbado; a Buenos Aires, allo Staatsoper e alla Bayerischer Rundfunk di Monaco, a Bordeaux, ad Avignone e a Genova nel ruolo di Figaro del Barbiere di Siviglia, il Suddeutsche Zeitung ebbe a scrivere che “il Figaro di Ariostini brilla al punto di far diventare secondi tutti i Figari del mondo”, a Santiago del Cile in Manon Lescaut e Faust, alla Opernhaus di Zurigo in Bohéme, Elisir d’amore, e accanto alla Gruberova in Linda di Chamounix.
A Montecarlo per il Gran Galà del Principe Ranieri ha cantato con Katia Ricciarelli nel Segreto di Susanna e successivamente è stato ospite d’onore accanto a Placido Domingo.
Numerose sono le sue incisioni discografiche.