Suppè a Torre

a Piancavallo per il tradzionale concerto estivo di metà estate
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a Grado in barca con l’operetta
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“Un calicetto con Suppè”

Divertente commedia teatrale con musiche d’operetta

 

Il CDM, Centro di Documentazione Multimediale della cultura giuliana, istriana fiumana e dalmata di Trieste, propone alla Sala polivalente della Comunità degli Italiani “Giovanni Palma” di Torre – Borgo 35, mercoledì 14 agosto alle ore 20,30, lo spettacolo d’operetta “Un calicetto con Suppè”, prodotto dall’Associazione Internazionale dell’Operetta FVG, dedicato al compositore Franz von Suppè, italiano di nascita e di cultura, una delle figure artistiche più significative delle nostre terre.

Nome d’arte di Francesco Ezechiele Ermenegildo Cav. Di Suppè – Demelli, Suppè nacque a Spalato nel 1819, visse la sua infanzia a Zara per poi trasferirsi a Padova a studiare legge. Nipote di Donizetti, sin da giovanissimo la sua grande passione fu la musica. La sua prima composizione fu eseguita nel 1832 in una chiesa francescana di Zara, ebbe poi una lunga e proficua carriera che lo vedrà a Vienna fondatore dell’operetta viennese, città austriaca nella quale si trasferì giovanissimo alla morte del padre.

 

L’idea dello spettacolo trae spunto dal fatto che von Suppè abitasse spesso a Trieste dove frequentava abitualmente l’Osteria al Pappagallo, ritrovo degli artisti cittadini. Su questo fatto ci sono aneddoti e testimonianze storiche. Il testo dello spettacolo si sviluppa attorno alla figura, in chiave divertente e popolare, del compositore e nello stesso momento celebrativa delle migliori arie tratte dalle composizioni delle sue operette. Tra queste le più note, sicuramente Boccaccio, omaggio all’Italia alla quale sentiva profondamente di appartenere, e La bella Galatea, che fu la risposta ironica a La Bella Elena dell’altro grande dell’epoca Jacques Offenbach, considerato dai più il padre dell’operetta.

 

Un oste e una cameriera servono gli avventori di una affollata osteria, tra questi un musicista momentaneamente squattrinato. L’oste ha visto generazioni di artisti, compositori, pittori famosi o squattrinati nel suo locale, ne conosce i vizi e le virtù; sempre pronto a raccontare aneddoti e storie, pettegolezzi e verità, ma anche ad ascoltare le belle voci che allietano il locale.

 

L’oste è l’attore e regista triestino Maurizio Soldà, autore del testo dello spettacolo, che da tanti anni raccoglie materiale di racconti, storie e tradizioni della cultura giuliana, istriana e dalmata, trasformandoli in spettacoli teatrali di natura popolare, quant’anche colti e divertenti. I due cantanti sono il tenore Andrea Binetti e il soprano Marianna Prizzon. Binetti fu allievo di Massimini e la Prizzon si esibisce in Italia e all’estero, sia nelle opere che nelle operette. Al pianoforte Antonella Costantini, oltre ad accompagnare i due protagonisti, sottolinea l’atmosfera con alcune bellissime arie del compositore dalmata, tra cui numerose Ouverture di grande respiro. Un narratore, Rossana Poletti, racconta in un paio di succinti interventi all’interno dello spettacolo pochi dati e nozioni necessari a collocare i personaggi nella storia musicale e nella Trieste di fine Ottocento.